Fraz. S. Liberato


San Liberato

S. Liberato, frazione di Cantalice, è un piccolo centro di circa 500 abitan­ti ubicato al confine nord del comprensorio comunale. Il nome gli deriva dal Santo Patrono, abate agostiniano, a cui è intitolata la Chiesa parrocchiale costruita su una rupe spugnosa. Questa è di origine molto antica. Con il nome di oratorio o monastero, è citata nella bolla del 1153 del Papa Anastasio IV inviata al Vescovo di Rieti Dodone, in merito alla delimitazione dei confini dato che la diocesi era divisa politicamente tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa; ancora per lo stesso motivo è menzionata nella bolla del 1182 del Papa Lucio III a1 Vescovo Benedetto. La Chiesa di S.Liberato, pur essendo sog­getta alla giurisdizione canonica della Diocesi di Rieti, come feudo era dipen­dente dall’Abbazia di Ferentillo in Val Nerina e godeva dell’esenzione da ogni gravame di tasse nei confronti di grandi e piccoli feudatari dal 1178, quando l’Imperatore Federico I di Svevia, prendendo sotto la sua protezione il Vescovo e la chiesa reatina, concesse tale privilegio

 

Questo certamente favorì il sorge­re di alcuni nuclei abitativi attorno al piccolo oratorio. Nei primi anni del 1600 fu elevata a parrocchia e, pur essendo ancora sog­getta all’Abbazia di Ferentillo, si trovava sotto la giurisdizione canonica della Diocesi di Cittaducale che si era formata nel 1502 con le chiese sottratte alla Diocesi di Rieti nella parte del Regno di Napoli. Dal 1818, soppressa la Diocesi di Cittaducale, ha fatto parte della Diocesi dell’Aquila per essere riannessa defi­nitivamente a quella di Rieti nel 1972.

La Chiesa, nel corso dei secoli, ha subito vari rifacimenti; l’interno si pre­senta diviso in tre navate separate da pilastri in muratura. Di particolare inte­resse è l’altare laterale della navata di destra, sul quale si può ammirare un pre­gevole affresco di probabile scuola giottesca raffigurante la Madonna con il Bambino. Successivamente, con l’aggiunta di stucchi riproducenti  la Santa Casa, l’altare è stato intitolato alla Madonna di Loreto, ancora oggi venerata dalla popolazione.

In una nicchia della stessa navata, si trova l’urna contenente 1e reliquie del Santo martire Liberato insieme a quelle dei Santi Aurelio e Feliciano. Esse pro­vengono dal cimitero di Ponziano (in Roma), come si legge nella pergamena di accompagnamento e furono consegnate al Cardinale Aloisio Omodei nell’a­prile del 1683, solo in seguito donate alla Chiesa di S. Liberato.

L’antica origine di questo luogo di culto è documentata anche dalla cam­pana maggiore; nell’epigrafe in latino, su di essa incisa, è possibile leggere il luogo e la data della fusione “REATE 1279″ed i motivi che rendevano neces­sari i suoi rintocchi “Chiamo il popolo, piango i defunti, lodo Dio vero, dalla fol­gore e dalla tempesta liberaci Signore, metto in fuga le (pestilentie, rendo gioiose le feste”. Nell’epigrafe si legge inoltre la dedica della campana stessa alla “Madonna della Grandine” festeggiata il primo di giugno.

Il piccolo centro di S.Liherato lega il suo nome anche a ricche sorgenti di acqua potabile, attualmente deviate in condotte, mentre già dal 1400, lungo il percorso delle acque che defluivano abbondanti verso il Lago Lungo, resta documentata la presenza di frantoi per la spremitura delle olive e di mulini per la macina del grano e successivamente del granturco.

Non mancavano poi i tradizionali lavatoi, testimoni silenziosi di un fati­coso lavoro ma anche di tante “ciarle” tra lo sciabordare dei panni nell’acqua e lo sfregamento degli stessi sulla pietra.

Nei mulini si portava a termine il ciclico lavoro del contadino; le maci­ne azionate dalla forza dell’acqua, restituivano olio e farina, trasformata poi abilmente in pane e pasta, che per tante generazioni hanno costituito la base di un’alimentazione semplice e genuina.

Oggi di questi mulini non restano che ruderi, spesso soffocati da erbe infestanti ma alle moderne generazioni che tornano a riscoprirli, sanno anco­ra trasmettere il significato della loro presenza e il fascino della loro storia.

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